venerdì 1 giugno 2012

Borsa ai minimi storici, Spread a 455, il governo che fa?

Oggi, la Borsa ha toccato il suo minimo livello storico. Lo spread è a 455 punti, mentre ci ricordiamo tutti cosa aveva detto il lungimirante Mario Monti vedendolo scendere sotto i trecento: non sarebbe più risalito sopra a quel livello. In Emilia il terremoto ha fatto vittime e danni a una delle zone più produttive del Paese. La gente è preda della rabbia e della disaffezione, i partiti non riscuotono più alcuna fiducia.
 In tutto questo, cosa fa il governo? Non mi sembra che siano state annunciate, iniziative degne di una qualsivoglia nota. Era stato detto che sarebbero state varate delle misure per la crescita, dove sono? Dove sono le liberalizzazioni? Come pensano di crescere, questi economisti sempre più chiaramente scarsi, continuando ad aumentare le tasse sulla benzina per ogni necessità? Continuando a deprimere i consumi, a veder salire la disoccupazione, senza fare niente che possa dare un nuovo slancio all'economia di questa Italia spenta e abbattuta? Il fenomenale ministro Giarda ha impiegato mesi per identificare cento miliardi di euro di possibili tagli da fare, chissà se ha anche la buona creanza di farli, magari preferisce aspettare altri sei mesi o nominare una decina di commissari che lo supportino. Non so se qualcuno si rende conto che al governo non sanno più quali pesci prendere. Manca un orizzonte, mancano le idee. I più strenui sostenitori dell'armata brancaleone che sostiene questi mirabolanti tecnici continuano a sostenere che chi li critica sia solo uno strillone. Io mi chiedo se si rendano conto che loro, che dovevano essere la nostra risposta competente alla crisi, non abbiano saputo fare nulla, dico NULLA, che un politico tradizionale non avrebbe saputo fare. Dove hanno manifestato la loro superiore abilità? Smantellando le tutele dei lavoratori, minando le sicurezze dei dipendenti, poltrendo con ostentata supponenza ed arroganza di fronte al malcontento sociale sempre più evidente, ponendosi in modo indecente contro i sindacati, elargendo perle di saggezza e consigli di vita del tutto irrispettosi della realtà della gente comune. Tutto ciò, privi della minima dose di umiltà che dovrebbe accompagnare chi si ritrova ad avere la possibilità di cambiare il Paese in cui vive senza essere stato scelto da nessuno. L'arroganza del governo poteva essere una pretesa dei primi due mesi, ora cede miseramente di fronte ai miserrimi risultati che hanno raggiunto, ammesso che abbiano raggiunto qualcosa. Mi si viene a dire che Monti deve sottostare alle pressioni di due parti politiche. Ammesso e non concesso che sia così, faccia un gesto responsabile e se ne vada, privando almeno il Paese della depressione causata dall'aver scelto un governo tecnico che ha fatto cose tecniche non più valide di quelle che avrebbe saputo fare Topolino.

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